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Lo Studio Legale è conoscitore del diritto societario con preparati avvocati operanti in Milnao Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Roma, Monza e della Brianza, Pavia, Sondrio, Varese “Lombardia”, un avvocato esperto in tal campo vi darà sostegno e informazione in materia giudiziaria e stragiudiziaria nei differenti campi del diritto burocratico e negativo sia per imprese o privati. Fra i clienti dello Studio legale si registrano notevoli società italiane e multinazionali, che impiegano denaro e ispezionano nel settore ambientale, pubbliche amministrazioni e soggetti privati.

Fondamentale sono l aiuto e la bravura legale di tipo stragiudiziale e preventivista, in cui lo Studio presta fede indiscutibilmente, come solido strumento per una veloce e concreta giustizia.

Da un punto di vista giudiziale, il possesso della causa giudiziaria e la rilevante cognizione della nota disciplina garantiscono giusta difesa penale nei processi per reati collegati al ramo societario.

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Il nostro lavoro si suddivide in quattro aree specializzate:

Il nostro Studio legale a Milano opera principalmente nelle settori del diritto commerciale e simili indirizzandosi primariamente al campo dell impresa; le aree di attività, come chiarito nella soprindicata sezione, sono piuttosto diversificate. L importanza e la grandezza dello Studio permettono di unire ad una assistenza assai efficiente, adeguata e preparata, una energica rappresentazione della prestazione data al cliente, concedendo l intervento di almeno uno dei colleghi, vicino ai cooperanti, per le diverse attività assegnate alla struttura. Per merito delle più avanzate tecnologie informatiche si somma, per obbligatoria duratura attività di perfezionamento degli esperti e di formazione degli allievi, la ricchezza intuitiva composta dalle banche dati e da particolari dispositivi di verifica e indagine come la biblioteca dello Studio, costantemente aggiornata nei decenni sia per singolarità che per grande quantità dei testi e delle riviste. Lo Studio ha oramai una familiarità di oltre 60 anni per ciò che concerne l amministrazione del contenzioso, assicurando assistenza e tutela in qualsiasi stadio e grado di giudizio di fronte alla magistratura civile italiana ed estera così come nelle pratiche arbitrali nazionali ed internazionali, utilizzando dove si richiede il sostegno di studi specialistici stranieri. affido condiviso

Il riassetto inserito dalla legge 8 febbraio 2006 n. 54 ha introdotto come norma comune quella della tutela partecipata, ossia i figli sono dati ad entrambi i genitori, i quali continuano ad tenere in esercizio il diritto sui figli ed a avere in comune le consapevolezze pedagogiche verso i propri figli, anche dopo il divorzio.

In conclusione, anche dopo la separazione, entrambi i genitori continueranno a prendersi cura dei figli, con la volontà di essere partecipi nella loro vita con grande forza rispetto al loro trascorso, dove era previsto che i figli fossero dati ad un solo genitore.

Questo non predice che la nuova norma non permetta al giudice l idoneità di dare i figli ad un solo genitore: infatti l art. 155 bis c.c. prevede che il giudice può ordinare l affido dei figli ad un solo genitore quando ritenga che l affidamento all altro contrasti con il benessere del minore .

Sicuramente si tratta di una misura inconsueta, che verrà disposta in tutti quei casi in cui la stima ad un solo genitore si riveli come l unica soluzione concepibile, dopo aver considerato le condizioni oggettivamente difficili in cui versa l altro o dei rapporti non positivi che esistono tra lui ed il figlio. La legge ha introdotto i principi di bigenitorialità, di affidamento condiviso e di condivisione, è diventata effettiva nel marzo 2006 ed ha ritoccato qualche articolo del codice civile, ne ha inseriti altri e ha sostanzialmente rinnovato la disciplina sia fondamentale che processuale in tema di separazione e divorzio.

Vista la sua innovativa capacità, la legge del 2006 ha introdotto volutamente la probabilità, per coloro che hanno raggiunto la disposizione di divorzio, (o anche la delibera di omologa, la decisione di separazione, di scioglimento, di abolizione o di cessazione degli effetti civili del matrimonio) precedentemente all entrata in vigore della nuova norma, di pretendere l applicazione della sistemazione in essa prevista (art. 4 comma 1), istituendo di fronte al tribunale pertinente, che deciderà in camera di consiglio, una sviluppo di cambiamento e di accertamento dei requisiti ai sensi dell art. 710 cpc. 10).

Il principio della bigenitorialità evidenzia, per i coniugi che decidono di separarsi, un esempio novo di comportamento nel rapporto con i propri figli: in questa diversa visione, entrambi i genitori devono assicurare garanzie educative e formative per i loro figli ed entrambi devono garantire di essere validi punti di riferimento, senza che nessuno dei due domini o estrometta l altro.

E legittimo chiarire che, la raccomandazione legislativa che i figli continuino ad avere con entrambi i genitori un rapporto equilibrato e duraturo non comporta necessariamente che essi, dal momento della separazione in poi, dovranno vivere insieme con entrambi i genitori, a giorni o settimane alternate, nella stessa misura.