Avvocato penale Milano, risarcimento vittime di reato
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Ritengo che la spiegazione la si può ritrovare tra i vari studi sociologici del crimine e la Teoria Aspettativa-Valore di Atkinson. È inserita tra gli studi motivazionali di tipo conoscitivi e accessori poiché riguarda la spinta motivazionale e qui bisogni fondamentali quali nutrirsi e interagire. Quello che dice in relazione ad altri studi riguarda la possibilità di raggiungere singolarmente il trionfo, e di non sprofondare nella rovina, e, in questo modo, è probabile che i colletti-bianchi criminali considerino il risultato dei loro gesti come “certo” in relazione ai rischi che i gesti delittuosi avrebbero comportato.
Inoltre, questo punto di vista è confermato in sociologia dalla Dottrina della decisione Razionale, sostenuta da studiosi quali C. Beccaria o J. Benthan. Questo è un elemento importante, perché numerose sono le persone all interno della società molto violente ma che non trasgrediscono le norme, perché sono spaventati dalla pena prevista e la considerano come vera e molto possibile. Continuamente la teoria pretesa-Valore è valida per spiegare pure i comportamenti dei colletti bianchi nella situazione particolare nella quale sono intimiditi dai superiori della loro stessa azienda/associazione: da quello che è stato detto da un mio collaboratore avvocato, è un abitudine più comune di quanto si possa credere.
Infatti, nel momento in cui giunge l invito di partecipare all attività delittuosa, non è semplice tenere le distanze e non accettare per poi continuare le propri cose facendo finta che nulla sia successo. I due soli percorsi sono o accettare di compiere il crimine, ma con il rischio di essere scoperti dalle forze dell ordine, oppure denunciare chi ha minacciato con la seria possibilità di perdere il posto di lavoro. Tutto ciò provoca conseguenze non positive per colui che subisce le minacce, per l importanza che il lavoro ha nella vita quotidiana di ciascuno di noi sia come strumento di mantenimento che come elemento fondamentale della propria individualità.
Nonostante sia una decisione non semplice da prendere, è probabile che i vantaggi del reato possano essere necessari a far spostare l ago della bilancia verso la scelta considerata come non troppo rischiosa ( è più conveniente la possibilità di essere scoperti che avere la probabile certezza di perdere il posto di lavoro) e più conveniente. Inoltre, come considerazione personale, non posso neppure non riconoscere un senso soddisfazione da parte di chi commette il reato per avere “raggirato” lo Stato e le istituzioni, pur se qui si ricade più nell ambito delle teorie generali della psicologia e dell individualità. Tra gli ideali contemporanei c è sicuramente la ricchezza ma non sempre la si può procurare in modo legittimo, ovvero svolgendo il proprio lavoro con sacrifici…o con una sorte favorevole vincendo una lotteria!
Così, il reato costituisce l unico modo per procurarsi ricchezza, desiderata sperata da ognuno ma che nella maggior parte delle volte resta solo una fantasia, se non vengono infrante le norme. Ed è sicuramente la condizione in cui si trovano alcuni colletti bianchi, tra il quasi- benestante e il non- povero a procurare un senso di malcontento per non aver conseguito il traguardo sociale “benessere” e da qui deriva la spinta a raggiungere la ricchezza con qualsiasi strumento, e no perché si ha un vero bisogno ma solo come presupposto e strumento per un buon risultato nella società capitalista contemporanea. Sicuramente, per confermare tale teoria, è necessario analizzare il bagaglio culturale di ogni colletto bianco che successivamente inizia a delinquere e specificare la totalità dei valori soggettivi, il loro pensiero su cosa è giusto o sbagliato e cosa è necessario o no per poter esistere, ed infine confrontarli con altri soggetti che si trovano nella situazione e posizione economica che non commettono mai reati.
Una ricerca scientifica in ambito psicosociale che è un attività problematica se non addirittura impossibile. Desideri a parte, bisogna pure considerare che, per diversi individui che spesso non hanno che sono stati privati di una vita semplice, lo Stato, la società rappresentano “il nemico” contro cui spesso ci si scontra per ottenere risorse diverse, anche il lavoro e la ricchezza: è l idea delle cose a somma zero, secondo cui ogni persona che conquista una cosa automaticamente la sottrae a qualcun altro, anche se sicuramente non si conosce chi sia.
Questi sono individui che si sentono ingannati dalla società che è in obbligo nei loro confronti per il “bottino”. Quindi la teoria che lo Stato abbia degli obblighi verso questi individui li “giustifica” implicitamente a “uniformare il debito” con attività illegali, come una sorte di vendetta, di ritorsione autonoma. In relazione alle teorie sociologiche, possono confermare quanto detto con altre due analisi della criminalità legate tra loro.
Donald Sutherland, con la sua teoria della Subcultura, evidenzia come nel mondo contemporaneo vivano insieme etnie completamente diverse e opposte tra loro. Il soggetto che mette in atto un attività criminale lo fa semplicemente perché vuole adattarsi a quelle che sono le aspettative dell ambiente in cui vive, rispettando le regole: è dunque l organo d approvazione , e non il singolo, ad essere un “ corrotto/ criminale”. Dunque il criminale avrebbe soltanto interiorizzato i principi della società in cui vive, compiendo reati (ad es il riciclo di droghe) ritenendoli come attività moralmente legali in relazione all obiettivo di raggiungere l agiatezza il rispetto degli altri individui. Questa concezione si affianca con la teoria del Controllo Sociale, in base alle quale la maggior parte degli individui non commette reati perché è bloccata dal controllo sociale diretto o indiretto. Gli impedimenti vengono sia dalle leggi e dalle forze dell ordine sia dal senso di malessere, colpa e difficolta che si avverte nel momento in cui si trasgrediscono le leggi e anche, il rapporto psichico e emotivo che si ha con le persone care che ci porta a non mettere in atto determinati comportamenti per la paura di non avere più la loro stima e il loro affetto.
Quindi, se un colletto bianco esegue un reato nel suo ambiente, spesso vuol dire che è sicuro di non essere scoperto dai suoi parenti, sia per quanto è stato detto precedentemente sul gruppo di riferimento, sia perché le reali probabilità che gli altri lo scoprano e di affrontare i giudizi degli altri erano se non uguali a zero o tanto basse. Secondo quanto già sostenuto nel 1940 dal criminologo statunitense, la divisione della teoria scientifica di solito non ha considerato la delinquenza economica come oggetto di analisi: “Gli esperti di economia si sono soffermati principalmente su questioni riguardanti gli affari, ma non hanno la consuetudine di esaminarle dal punto di vista del valore penale, dall altra parte la maggioranza degli esperti di sociologia valuta accuratamente la criminalità, ma non quel tipo che contraddistingue l ambito economico”. Ma contemporaneamente, gli argomenti trattati male implicano per la sua particolarità d indefinitezza sotto diversi profili (Nelken 1994).
1) Il confine tra legalità e illegalità di solito per queste condotte è imprecisato. I comportamenti illegali in campo economico non sono considerati come delittuosi allo stesso modo tra i diversi regolamenti, che spesso affidano la loro sanzione al diritto privato o amministrativo ( ad es. per l utilizzo eccessivo di status predominante, oppure per l utilizzo menzognero propaganda pubblicitaria). Poi se le condotte sono condannate in ambito penale, si ha una divisione tra il concetto d illegalità del regolamento e un consenso generale dei comportamenti illeciti su tanti strati del contesto sociale ( la corruzione precedentemente all evento di “Mani Pulite” o l evasione tributaria rappresentano una modello indicativo)
2) I reati economici (ad es. truffe) devono di solito, per avere un esiti positivo, assumere l aspetto di una contrattazione e di attività legittime (Nelken 1994). Spesso, pertanto, per i reati economici, non c è la consapevolezza che si tratta di un reato 3) parti danneggiate e responsabili per quanto riguarda i reati economici sono di solito più inaspettati che in altri crimini ( Ruggiero 1996). I metodi utilizzati per gli illeciti di natura economica (ad esempio per diverse truffe) comportano una divisione di momenti e di luoghi, tra l autore dell illecito e il soggetto che subisce il danno. Danno che spesso si realizza privo di legami diretti all attività del truffatore.
Per l imprecisione della cosa e della sua funzione secondaria nella divisione dell analisi tra le scienze sociali, “non è presente una spiegazione precisa di reati economici e neanche un settore didattico e concreto standardizzato si di esso” (kitch 1983). Tutto questo significa, in termini diversi, che le spiegazioni utilizzabili prendono in considerazione solo alcuni elementi dei comportamenti esposti. A tre elementi differenti, i criminali, i loro obiettivi, le attività di realizzazione dell illecito, possono essere comparate le tre principali tipologie di definizione, approfondite negli studi.