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Affidamento condiviso: lo scopo di un corretto procedimento. È utile aggiungere in questo senso, che la grande difficoltà che inerisce un settore del genere non può, comunque, giustificare e motivare l indefinitezza di determinate normative relative all affidamento, come mancanza di ore e giornate previste per gli incontri, in quanto ciò non fa altro che generare veri e propri intralci in virtù del diritto di frequenza del coniuge che ha un diverso domicilio da quello in cui sono presenti i propri figli, danneggiando sia i rapporti tra i genitori che non riescono, in questo modo, a risolvere i propri disaccordi, sia la tranquillità che spetta di diritto alla prole.
Una normativa che prevede siffatte regole, senza dubbio, risulta necessaria e propositiva per rendere consapevoli entrambi i genitori rispetto ai loro rapporti con la prole, ma d altra parte sottrae i figli dal sacrosanto diritto di avere rapporti costanti e duraturi con entrambi i genitori e, allo stesso tempo, inasprisce le relazioni tra i coniugi.
Proprio per siffatte ragioni, in alcuni casi, bisogna stabilire delle regole chiare e precise, che non lascino la totale e completa libertà ai soggetti interessati dalla crisi coniugale, per evidenziare e disporre in maniera lucida e consapevole quali siano gli interessi fondamentali dei figli che, quasi sempre, pagano il prezzo più alto di una eventuale separazione o di un divorzio vero e proprio. Tuttavia, in questo modo non vengono risolte tutte le contraddittorietà in merito alla questione perché, alle volte, le tensioni più gravi nascono proprio quando il giudice stabilisce e fissa specifiche regole da tener presente ed attuare.
Lo studio legale Penale offre e garantisce, in tal senso, supporto legale a tutti coloro che debbono sostenere cause e processi giudiziari per ottenere l approvazione paterna o materna di fronte ai giudici competenti, come il Tribunale Ordinario e il Tribunale dei Minori. A tal proposito si evidenzia, l iter giudiziario da intraprendere per attribuire lo status giuridico di figlio naturale.
Attribuzione di appartenenza paterna e/o materna.
Attribuzione appartenenza paterna con il test del dna . L articolo 269 del codice civile, disciplinando l istituto dell attribuzione giudiziaria di paternità e/o maternità, dichiara: L attribuzione paterna e materna si possono essere esplicitate in ambito giudiziario, nel caso in cui l attribuzione è permessa. L attribuzione paterna e materna può essere conseguita con qualsiasi mezzo…; non sono sufficienti per l attribuzione paterna soltanto la dichiarazione da parte della madre e la sussistenza di rapporti tra madre e supposto padre all atto del concepimento .
Per il nostro ordinamento chi viene concepito al di fuori del matrimonio e non è stato registrato all atto della nascita da uno dei consorti, può intraprendere un procedimento di fronte al Giudice per ottenere l attribuzione della prole, che ex art. 277 codice civile, determina la siffatta attribuzione. Tuttavia, la procedura a livello giudiziario differisce in merito agli anni della prole:
se i figli sono maggiorenni l attribuzione paterna e/o materna avviene di fronte al Giudice ordinario; si i figli sono minorenni il tutto avviene di fronte al Giudice dei minori; altresì, in quest ultimo caso, l art. 273 codice civile attribuisce l operato alla persona che possiede facoltà sul minore, dunque la madre o il padre, o un tutore che verrà predisposto dal giudice responsabile prima di procedere in ambito giudiziario.
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Altresì, deve esserci anche il consenso del minore se ha raggiunto il sedicesimo anno di età, e la causa può essere intrapresa in qualsiasi momento e anche dopo che sono passati molti anni dalla nascita. Corte Costituzionale 2006: una procedura giuridica innovativa.
In questo settore importante è la disposizione della Corte Costituzionale, che ha manifestato la volontà di cambiamento nel procedimento per l attribuzione giudiziaria paterna: si fa riferimento alla pronuncia n. 50 del 10 febbraio 2006, con cui la Corte ha reso incostituzionale l art. 274 codice civile, in cui il principio di attribuzione veniva sottoposto al preliminare accertamento di una procedura di ammissibilità.
Prima di intraprendere un procedimento nei confronti del padre o della madre, l interessato doveva ricorrere ad un preventivo accertamento di delibazione, mediante il quale l autorità giudiziaria riusciva ad evidenziare e accertare la sussistenza di prove che motivassero la procedura, come i testimoni, la sussistenza di una relazione della coppia da cui sarebbe nato il figlio. Una simile procedura veniva attuata nella camera di consiglio e senza alcuna azione pubblicitaria, e si poteva impugnare in appello la decisione del giudice e in Cassazione la decisione della Corte d Appello.
A tal proposito, veniva avanzata dall interessato la proposta di accertamento del DNA per verificare l attribuzione paterna.
Si trattava, tuttavia, di procedure giudiziarie molto lunghe e difficili ed anche molto dispendiose. Proprio per siffatte ragioni la Corte Costituzionale con la procedura finale n. 50/2006, ha abbreviato l attribuzione paterna, dando all interessato la possibilità di procedere subito alle proprie richieste di attribuzione e di citare in Tribunale il probabile padre per il riconoscimento, attraverso la richiesta del DNA.
È giunto, dunque, il momento di evidenziare la fondamentale importanza di una innovazione giuridica in tal senso con cui è stata ammodernata un istituzione giuridica che, oramai, non andava più di pari passo con lo sviluppo della società odierna.
Nell ambito del diritto lavorativo, invece, c è la presenza di una disciplina giuridica molto variegata, il cui fine è quello di assicurare tutela e supporto legale, in diversi settori, al soggetto più debole del rapporto lavorativo, ovvero il lavoratore dipendente, o altre persone che necessitano di difesa legale.